Dall’acclamata opera a fumetti di Zerocalcare, La profezia dell’armadillo approda sul grande schermo grazie all’esordiente Emanuele Scaringi. Il ventisettenne Zero (Simone Liberati) è un disegnatore spiantato del quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente della Tiburtina Valley: terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori grandi; un posto dove manca tutto ma non serve niente. Visto che con le vignette non si guadagna, tira avanti dando ripetizioni di francese e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua vita è un saliscendi dai mezzi pubblici, un va e vieni da un capo all’altro della città per inseguire lavoretti occasionali e far visita alla Madre. Finché un giorno, di ritorno a casa, non lo attende la personificazione della sua coscienza critica, un vero Armadillo in placche e tessuti molli, pronto a conversare sulla vita, l’attualità e i massimi sistemi del mondo. Ad affiancare Zero nelle piccole imprese quotidiane, c’è Secco (Pietro Castellitto), l’amico di sempre. Presente anche quando la notizia della morte di Camille, vecchia compagna di scuola e primo amore del protagonista, non mette in discussione le poche certezze dell’artista dissacrante, evocando i dubbi e il senso di incomunicabilità che contagiano un’intera generazione di “tagliati fuori”.
Presentato al Festival di Venezia 2018 nella sezione Orizzonti.